Da dove provengono le credenze subconsce?

Alcuni studi hanno dimostrato che fino all’età di sette anni, il cervello umano è in uno stato ipnagogico o di sogno, in cui la mente assimila tutto il possibile del mondo circostante. Fino a quell’età siamo letteralmente come delle piccole spugne e passiamo tempo ad assorbire dati sul mondo circostante, senza usare filtri che ci indichino ciò che è appropriato e ciò che non lo è. Per noi si tratta solo di informazione che registriamo e archiviamo in ogni sua più piccola parte.

Questo include anche le cose che più tardi riconosceremo come buone, cattive o brutte – i giudizi, i pregiudizi, le preferenze e le avversioni e i modelli di comportamento delle persone che ci circondano, in particolare delle persone principali che si sono occupate di noi fin dalla nascita. Può essere proprio a causa di questo stato di plasticità mentale che Ignazio di Loyola, fondatore dell’ordine dei gesuiti affermava:” Datemi il bambino prima dei sette anni, ed io vi restituirò l’uomo”.

Pur non usando i termini scientifici che si userebbero oggi, apparentemente Loyola conosceva già il potere della mente subconscia e sapeva che, se avsse potuto instillare i valori religiosi dei gesuiti nella mente dei giovanetti, quei convincimenti sarebbero stati alla base delle loro credenze da adulti. Senza alcun dubbio anche William James si riferiva proprio a tale principio, quando ha affermato:” Se i giovani si rendessero conto di quanto presto diventeranno dei semplici fasci ambulanti di abitudini, farebbero più attenzione alla loro condotta quando attraversano il periodo plastico.

Indipendentemente dal trovarci in una scuola gesuita o in famiglia a casa nostra, ci ritroviamo immersi nelle esperienze degli altri a un’età in cui semplicemente le “scarichiamo” senza alcun filtro o discernimento rispetto a cosa stiamo assimilando. Quindi non sorprende che le convinzioni degli altri diventino per noi le basi di ciò che crediamo del mondo e di noi stessi. Proprio nel medesimo luogo in cui diamo forma alle nostre credenze, c’è la registrazione di ogni prospettiva a cui siamo mai stati esposti durante i primi stadi di vita – da tutte le volte in cui ci hanno detto che potevamo diventare tutto ciò che volevamo, fino a quelle in cui ci hanno detto che non saremmo mai stati buoni a nulla. E’ facile capire perché i punti di vista degli altri diventino le nostre convinzioni.

Talvolta le credenze del’infanzia restano con noi per tutta la vita, talaltra invece troviamo un buon motivo per cambiarle. Tutti abbiamo avuto l’esperienza di credere che i nostri genitori sapessero tutto e fossero infallibili rispetto a ciò che ci dicevano. Non è forse così? C’è stato un periodo della mia vita in cui pensavo che mia madre e mio padre fossero onniscienti. Solo quando cominciai a paragonare ciò che mi era stato insegnato con ciò che credevano altri bambini della mia età e le loro famiglie, scoprii che esistevano molti altri modi di concepire il mondo. Alcuni erano molto diversi da come li avevo imparati io, crescendo in una cittadina americana situata nel cuore conservatore del paese.

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