Coro Angelico dei Serafini: Lelahel o Lelehe’el

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 Lelahel o Lelehe’el

Lamed-lamed-he

Dal 15 al 20 Aprile

Questo Angelo rivela alla persona il modo più fruttuoso di utilizzare le proprie risorse; ma al tempo stesso rende coscienti dell’esistenza di tali risorse e del modo di accedervi. In tal modo conferisce il potere di mettere a frutto grandi opportunità.

Concede dunque ai suoi protetti la possibilità di diventare famosi per le proprie azioni e le proprie capacità, specie in campo artistico e medico, e perfino di ottenere una clamorosa fortuna finanziaria. 

I Lelehe’el crescono, e sicuramente fanno crescere: questo è il loro compito.

Si estendono, prendono, superano, desiderano e prendono ancora sempre: non hanno

neppure una direzione precisa – poiché la conquista, per loro, è una necessità insaziabile,

senza altro scopo che non sia conquistare stesso. Sono insomma come una fiamma (Lehav, in ebraico) che cerca ovunque alimentato, e dove ne trova divampa e ingrandisce. Solo cosi i Lelehe’el riescono veramente a essere se stessi, e a portare nel mondo questa ventata di volontà onnivora. Non perdano tempo a domandarsi perché, nè tanto meno sia giusto o sbagliato; non troverebbero risposta, e non farebbero che intralciare quell’impetuosa forza della natura che in loro cerca espressione, felice di produrre sempre nuovi bisogni.

Se non si spaventano della loro stessa rapacità, possono diventare utilissimi: perfetti  esempi di ottimismo, coraggio, e di fiducia in se stessi. I loro campi d’azione più congeniale sono quelli dell’Enegia Yod: se si dedicano alla medicina, comunicano ai loro pazienti una carica straordinaria; se preferiscono invece il palcoscenico, diventano fatalmente divi e -più ancora – trascinatori di folla di ottime ipnotizzate dal loro impeto. Ma a loro questo non basterà; sono iperattivi, devono assolutamente trovare applicazione a una vera folla di ottime qualità: il desiderio di conoscenza, l’abilità organizzativa, strategica, finanziaria, l’astuzia da lupi, il gusto della sfida, la concretezza, la chiarezza intellettuale, e il colpo d’occhio, che in loro si somma a una brillante capacità di pensare sempre in grande, di intuire quasi magicamente le passioni della loro epoca, e di usarle a proprio vantaggio: Devono perciò trovare, tre, quattro, cinque, attività parallele (e aver successo in tutte), oppure una professione multiforme, come quella del polito, dello scienziato, dell’inventore: Troviamo cosi, tra i  Lelehe’el, sia Adolf Hitler che Leonardo da Vinci: irresistibili entrambi, uno nella rapacità criminale, l’altro nella scoperta delle dinamiche del reale. Devono conquistare vette, non importa se nelle gerarchie o nella natura, purchè la gente li veda e li ammiri (come potrebbero infatti sopportare di non essere notati?): ed ecco allora i perfetti Lelehe’el Joseph Ratzinger e Lucrezia Borgia; Ardito Desio, che scalò il K2, e William Wright, che invento il volo a motore; un ambizioso predisente-imperatore come Napoleone Terz, che fu tra i monarchi più aggressivi dell’Europa moderna, o un prodigioso artista come Chralie Chaplin, che attraverso il cinema conquistò platee del mondo intero.

Naturalmente si sentono eroi – esclusivamente nel senso di eroi acclamati – e si prendono tremendamente sul serio. Possono ironizzare su tutto, ma non su se stessi; possono relativizzare qualsiasi cosa, ma non il loro diritto (che per loro è un dovere) di imporsi all’attenzione generale.

Capita facilmente che sembrino insensibili alle esigenze  di chi cive accanto a loro: ma non hanno scelta, devono seguire gli impulsi del loro ben più esigente, affannoso destino, e non possono fermarsi nè dare spiegazioni, nè tanto meno chiedere permessi. I loro famigliari e amici possono solamente adorarli, se non vogliono perderli di vista; e i loro partner riusciranno a tenerli legati a sè soltanto incoraggiandoli a puntare sempre più in alto nel loro lavoro, e intanto rinnovandosi di continuo, mostrando sempre nuovi aspetti del proprio carattere, crescendo insomma io nsieme a loro. Viene in mente a questo proposito il matrimonio più felice di Chaplin, con quello di Oona O’Neil, di trentasei anni più giovane di lui: con lei, l’attempato genio continuò a crescere ben oltre la fine della sua carriera, ri trovò adolescenza, poi giovinezza, e ridivenne ancora adulto quando anagraficamente era già vecchio. La loro unione fu un’ininterrotta crescita anche dal punto di vista aritmetico, dato che ne nacquero ben otto figli. D’altra parte, ben poche persone riescono a frenare a lungo i Lelehe’el che abbiano cominciato a scoprire, se stessi: può provarci soltanto qualcuno che li odi davvero. Chi li ha conosciuti sa che e sufficiente ignorarli e incupirli , e che basta un’innocente presa in giro per renderli furiosi: costringerli a limitare la loro vitalità li farebbe soffrire troppo, scatenerebbe tragiche crisi depressive, si ammalerebbero o, invertendo l’effetto della loro Energia Yod, vi farebbero ammalare. Ha gioco più facile chi, invece decide di sfruttarli. Pur di essere protagonisti, infatti i Lelehe’el sono disposti a tutto, anche a obbedire e addirittura ad esservirsi a chi offra loro la possibilità di azione. Non è alla libertà che aspirano, ma alla riuscita; non sono rivoluzionari, non cercano tanto il nuovo, quanto piuttosto l’utile. Possono perciò trovarsi perfettamente a loro agio in un ambiente conservatore, in un regime o in un partito autoritario, o in un’azienda patriarcale, purché chi li cirorda li stimi e si fidi di loro. Se si sentiranno adeguatamente utilizzati, non c’e neppure il rischio che la loro passione per le vette li spinga tutt’a un tratto a prendere il posto di chi li comanda: in fondo al cuore potrebbero desiderare, si, ma tutto sommato preferiranno essere lodati come vice. Intuiscono che una volta arrivati in cima si annoierebbero, non avendo altre mete a cui mirare, e che disponendo di troppo potere faticherebbero a controllare se stessi, come avvenne appunto a Hitler, che in pochi anni impazzì e cominciò a correre verso la rovina. Meglio ministri che presidenti (D’Alema nato il 21), meglio attori che produttori, meglio sognare sempre qualcos’ altro più in là piuttosto che guardare dall’alto altri sognatori che comincino a crescere più rapidamente di loro.

Invocazione:

Per il potere di questo Nome ricevo sogni veritieri. Durante la notte la mia anima ascende a luoghi sicuri e pieni d’amore; ogni mattina mi sveglio ricaricato, rinvigorito, rinnovato nel corpo e nello spirito e più saggio. 

Fonte  “Libro degli Angeli” di Igor Sibaldi; tuttigliangeli.blogspot.it

Nadia Aglianò

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