Il risveglio della Coscienza

Il risveglio della Coscienza

La strada che conduce alla seconda nascita, cioè allo sviluppo dell’Anima, è la strada del risveglio della coscienza. Infiniti, sia in alto che in basso, sono i gradi del livello dell’Essere. Ogni individuo occupa in ogni istante della sua vita un gradino ben preciso sulla scala dell’Essere ed il livello raggiunto dipende strettamente dalla sua capacità di liberare la propria Essenza eliminando gli Aggregati psichici. Chi vive con la coscienza addormentata, affascinato dai propri Aggregati e dimentico di se stesso, obbedisce continuamente alla volontà di “altri”: non detiene pertanto un alto livello dell’Essere. Tutti i nostri sforzi devono tendere in modo pratico ad innalzare sempre più questo livello.

Quattro sono le tappe fondamentali della salita sull’infinita scala del livello dell’Essere, ed ogni tappa è caratterizzata da un diverso stato di coscienza.

Il primo stato di coscienza, quello più basso, è paragonabile al sonno profondo e ipnotico. Più che di coscienza, si potrebbe parlare di incoscienza o infra-coscienza. E’ il livello dell’eikàsia, della pura imitazione ipnotica, della barbarie.

Un passaggio automatico, fisiologico, lo separa dal secondo stato, quello della pistis, che in un certo senso rappresenta un risveglio. Ma lo stato di veglia della pistis è paragonabile a quello dell’uomo quando si sveglia al mattino, non è dunque un vero risveglio della coscienza. Nella pistis regna ancora l’affascinazione, anche se scompare la barbarie e la pura imitazione. Si può infatti dire che qui l’imitazione lascia il posto alla credulità, che è pure una forma di imitazione, ma in un certo senso più elevata: credo perché l’ha detto un altro.

Questi due primi stati sono comuni e si alternano in tutte le persone correnti. Ma sono entrambi stati dell’ignoranza e dell’errore, in cui la coscienza resta profondamente addormentata.

Il risveglio vero inizia nel terzo stato di coscienza, quello della diànoia. Ma il passaggio a questo stato non è né automatico né fisiologico. E’ un passaggio volontario e critico. In condizioni normali l’umanoide non è in grado di eseguirlo e resta intrappolato nei primi due livelli. Solo eventi straordinari come una grande inquietudine spirituale, avvenimenti tragici come gravi delusioni o malattie, eccezionali qualità morali come un’insolita capacità di autocritica e di pentimento possono aiutare l’umanoide ad effettuare questo passaggio. Il terzo stato di coscienza è lo stato in cui comincia il vero risveglio, lo stato della “messa in discussione”.

Dalla credulità si passa al vero credere. qui non si crede più perché ci si fida, ma perché si incomincia a sperimentare di persona. Questo è anche lo stato del cammino iniziatico, lo stato in cui il livello dell’Essere comincia finalmente ad innalzarsi. E’ lo stato in cui si inizia a formare una stabile relazione con l’Essenza e in cui gli Aggregati vengono compresi ed eliminati.

Da questo stato, attraverso un passaggio rivoluzionario , si entra nel quarto stato di coscienza, cioè in quello della nous, che è lo stato dell’Anima formata. In questo stato la coscienza è completamente risvegliata e l’umanoide è diventato Uomo. Si manifestano quindi le qualità della coscienza, la felicità, la volontà, la pace, l’amore, l’estasi, la shamadhi. E’ lo stato che, nel suo infinito estendersi in alto, porta alla liberazione totale e all’auto-realizzazione.

Fonte: www.gnosi.it

 

Nadia Aglianò

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