Usare e abbandonare la negatività – E Tolle

negatività

Usare e abbandonare la negatività

E. Tolle

Tutta la resistenza interiore viene sperimentata sotto forma di negatività di un qualche tipo. Tutta la negatività è resistenza. In questo contesto, le due parole sono quasi dei sinonimi.

La negatività spazia dall’irritazione o impazienza alla rabbia più nera, da uno stato d’animo depresso o da un risentimento cupo alla disperazione suicida.

A volte la resistenza fa attivare il corpo di dolore emotivo, nel qual caso anche una situazione secondaria è in grado di generare un’intensa negatività, come rabbia, depressione o profonda afflizione.

L’ego crede di poter manipolare la realtà attraverso la negatività e ottenere ciò che vuole. Ritiene così di poter attrarre una condizione desiderabile o dissolverne una spiacevole.
Se “tu” (la mente) non fossi convinto dell’efficacia dell’infelicità, perché la creeresti? Il fatto è che la negatività non funziona. Invece di attrarre una condizione desiderabile, le impedisce di manifestarsi. Invece di dissolverne una spiacevole, la mantiene al suo posto. La sua unica funzione “utile” è quella di rafforzare l’ego, ed è per questo che lui la adora. Una volta che ti sei identificato con qualche forma di negatività, non vuoi lasciarla andare e, a un profondo livello inconscio, non desideri un cambiamento positivo.
Rappresenterebbe una minaccia per la tua identità di persona depressa, arrabbiata o maltrattata. Allora ignorerai, negherai o saboterai ciò che c’è di positivo nella tua vita. È un fenomeno molto comune. E anche folle.

Tratto dal libro “Accettare l’Adesso” Di E. Tolle

Nadia Aglianò

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