La teoria dei sette specchi Esseni

specchi esseni
La teoria dei sette specchi Esseni
L’origine degli esseni, detti anche nazareni, risale intorno al II secolo a.c.
Era un popolo di contadini, conoscitori di erbe e cristalli, medici e guaritori, vegetariani e con una teoria molto interessante su come il comportamento consapevole o inconsapevole di ognuno di noi sia riflesso dalle situazioni e dai modi di essere degli altri nei nostri confronti.
Gli antichi Esseni forse identificarono meglio di chiunque altro il ruolo dei rapporti umani, riuscendo a dividerli in sette categorie: sette misteri corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano avrebbe sperimentato nel corso della sua vita di relazione. Li hanno definiti “specchi” e ci fanno ricordare che in ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano.

 
Il primo specchio
rappresenta il momento presente.
Lo stato d’animo e i comportamenti di chi ci sta vicino ci fa da specchio e ci dà modo di capire cosa stiamo vivendo anche inconsapevolmente al nostro interno e ci offre l’opportunità di sentire la nostra essenza e di ripulirla da pensieri e comportamenti di bassa vibrazione.
Il secondo specchio
si riferisce al giudizio tuo nei confronti altrui o di te stesso.
Se l’atteggiamento di una persona ti crea disagio può essere che giudichi severamente quel comportamento.
Spesso ci ritroviamo a confrontarci con modelli che ci irritano profondamente e giudichiamo severamente anche noi stessi.
Il terzo specchio
riguarda cosa ci attrae delle altre persone.
Capita a tutti di essere in sintonia con un’altra persona o a volte di sentire la magia di un incontro.
La persona per cui sentiamo questa affinità ci fa vedere delle parti di noi che abbiamo perduto o che ci potrebbero essere tolte da chi ha potere su di noi.
Il quarto specchio
riguarda i nostri modelli di comportamento che creando dipendenza ci allontanano dalle cose a cui teniamo di più.
La dipendenza può essere l’alcol, la droga, il sesso, il gioco ma anche il lavoro, insomma una situazione spinta all’eccesso che ci fa perdere di vista le cose veramente importanti per noi.
A volte creiamo queste situazioni per evitare la sofferenza che abbiamo provato in passato quando le persone che abbiamo amato ci hanno abbandonato e quindi ci allontaniamo prima che accada di nuovo.
 
Il quinto specchio
ci mostra la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un determinato modo ed è mostrato dal rapporto che abbiamo con i nostri genitori.
Il modo di agire dei nostri genitori nei nostri confronti riflette le aspettative e le credenze che noi abbiamo verso il divino.
Se i genitori ci criticano può essere perché siamo noi a non sentirci all’altezza dei risultati che ci aspettiamo da noi stessi.
Il sesto specchio
è quello che gli antichi chiamarono l’Oscura notte dell’anima
Quando affrontiamo le sfide più ardue dell’esistenza è perché abbiamo gli strumenti per farlo e solo in queste occasioni ci misuriamo con i veri noi stessi e abbiamo l’opportunità di trovare dentro di noi la luce e la fiducia per ripartire da un nuovo punto di vista.
 
Il settimo specchio
ci dice di accettare la nostra vita così com’è e di non valutare i nostri traguardi misurandoli con un metro esterno.
Accettare noi stessi per ciò che siamo, dall’aspetto esterno ai nostri risultati, perché tutto è perfetto così com’è.
In ogni evento o relazione che stiamo vivendo i sette specchi ci possono aiutare a vedere il perché certe situazioni si ripresentano e a capire la dinamica dei conflitti nelle relazioni e come possiamo guarirli.

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