Il linguaggio segreto di segni e coincidenze

Il linguaggio segreto di segni e coincidenze

di Gian Marco Bragadin

 

Non c’è bisogno di essere poeti per intuire che l’Universo, o per lo meno la nostra Terra, ci parla in ogni modo possibile.

A volte la comunicazione avviene con un semplice tramonto, quando il sole se ne va e un po’ di tristezza ci pervade.
Altre volte è una notte piena di stelle che, con la sua magnificenza, ci fa provare gioia e una profonda connessione con il Creatore.

Eppure l’Universo ci dà anche altri segnali,
non solo astronomici.

Come ha scritto Paulo Coelho nell’Alchimista:

«Per arrivare fino al tesoro dovrai seguire i segnali.
Dio ha scritto nel mondo il cammino che ciascun uomo deve percorrere.
Dovrai soltanto leggere quello che ha scritto per te».

Quante volte nella vostra vita avete detto: «È un segno del destino!»?
Ma sapete che cosa significa? Ci avete mai pensato? La frase è molto comune.

E significa che, in pectore, tutti siamo convinti che l’Universo mandi dei segni.

Eppure appena iniziamo a razionalizzare il concetto, ecco che ci mettiamo subito sulla difensiva. «Io non credo a queste cose.»  «Si tratta di superstizioni.»
E chi più ne ha più ne metta.

Ed ecco che ci troviamo subito nel campo del «caso», che il pensiero dei secoli scorsi è arrivato a mitizzare al punto tale da elaborare teorie scientifiche riconosciute: tutto avverrebbe per caso, e non esisterebbe alcun programma o Piano Divino a determinare la nostra esistenza e quella dell’Universo intero. Tutto sarebbe nato dal caos.

A questa visione atea e materialistica ho sempre opposto la convinzione che il caso, e quindi anche una coincidenza, è il modo in cui Dio compie un miracolo, restando anonimo.

Voglio riportarvi a questo proposito un testo del famoso iniziato del secolo scorso Omraam Mikhaël Aïvanhov, che ha lasciato scritto quanto segue:

Benché la Terra sia altamente popolata, molte delle angosce percepite dagli esseri umani derivano dalla sensazione di essere stati proiettati nel mondo come in un deserto dove si trovano soli, smarriti, senza nessuno che risponda alle loro domande e alle loro richieste!

Ebbene, no, essi non sono soli, e se ne renderanno conto il giorno in cui prenderanno coscienza che fanno parte di un tutto, che questo «tutto» è vivo e che, essendo vivo, possono avere ininterrottamente scambi con esso: se parlano, da qualche parte ci sono sempre delle creature che li sentono e che rispondono.

Per tutto quello che facciamo, diciamo o chiediamo, riceviamo risposte: conferme o obiezioni, approvazioni o condanne.

Il mondo invisibile è continuamente presente, qui, intorno a noi: ci guarda, ci ascolta e ci dà sempre delle risposte. Il suo linguaggio, molto diverso dal nostro, non è di facile comprensione; e sta a noi interpretare. Avete compreso bene.

Il mondo invisibile ci risponde sempre. Ecco l’origine di segni e coincidenze.

Cause ed effetti

Da sempre il caso ha turbato i sonni di filosofi e scienziati. La legge di causa ed effetto, su cui si fonda parte del pensiero scientifico, ha dato origine a delle linee di credenza assai definite, eppure lo stesso Isaac Newton, creatore della scienza moderna, ha lasciato scritto che «Dio guida gli uomini attraverso la Divina Provvidenza».

Un concetto, questo, che non va visto solo nel suo significato religioso ma che ancora una volta ci riporta alla connessione tra l’uomo e il mondo invisibile.

Molti di noi sono convinti che una cosa non può succedere se non ne siamo la causa.

«Questa abitudine a pensare in termini di causa ed effetto è talmente integrata nella cultura occidentale», scrive Robert Hopcke in Nulla succede per caso, «che non ce ne rendiamo più conto: oppure ce ne rendiamo conto quando ci troviamo di fronte a una sequenza di eventi sincronici (coincidenze, segni) che per la loro stessa natura indicano nessi di tutt’altro tipo

È infatti l’esistenza di eventi sincronici che mette in crisi la nostra abitudine a pensare che tutto deve essere l’effetto di una causa definita.

Lo stesso autore ci offre un convincente esempio che ci conduce nel regno dell’«acausale», cioè degli eventi che non si verificano secondo una logica di causa ed effetto.

Una donna a distanza di molto tempo tentò di mettersi in contatto con il suo primo amore, per un improvviso desiderio di rincontrarlo. Dopo un anno di tentativi infruttuosi, un’amica sensitiva le consigliò di scriverne il nome su un foglio, di inserirlo in una cornice e di guardarlo tutti i giorni.

Trascorsi alcuni mesi, ecco che il primo amore le telefonò. Disse che aveva cominciato a sentire nostalgia di lei e che aveva chiamato sua sorella per sapere dove rintracciarla. I due alla fine si rincontrarono.

In questo caso non si può dire che ci sia stato un meccanismo di causa ed effetto, tipo azione e reazione.

Eppure la donna ha ricevuto la sua risposta.
Da chi? Dal Cielo?

Cominciate a capire?

Nell’Universo ci sono altri fili che legano gli eventi. Ogni giorno quanto ci accade sembra portare una comunicazione che proviene da altre dimensioni.

In questo momento, mentre leggete, siete circondati da messaggi. Che ne siate consapevoli o meno, siete sempre attorniati da segni, coincidenze, eventi significativi. I segni, soprattutto, sono potenti indicatori che riguardano noi, le nostre scelte, le azioni da intraprendere o meno.

Un linguaggio segreto

Come abbiamo in parte già visto, i popoli antichi conoscevano e comprendevano il linguaggio dei segni, i presagi, gli omen.

Spesso il destino di una tribù, di una città, perfino di una nazione, veniva deciso da un segno. Tuttavia, dopo il secolo dei Lumi, l’affermarsi di una scienza materialista e delle nuove tecnologie ha isolato sempre più gli uomini dalla loro connessione con la saggezza della Madre Terra e le dimensioni dell’invisibile.

Abbiamo perduto la capacità di «leggere» i segni che ci vengono dati, i messaggi segreti che ci pervengono ogni momento in grande quantità. Perché, che ci crediate o no, che ne siate consapevoli o meno, l’Universo comunica con noi incessantemente, attraverso premonizioni, segni, coincidenze.

Nel libro vi racconterò tante storie che ho raccolto in anni di studio, o che mi vengono rivelate dai lettori o dai partecipanti ai miei corsi.

Tutte storie vere, nelle quali riconoscerete eventi accaduti anche a voi, o a chi vi sta intorno, ma a cui magari non siete riusciti a dare una risposta.

Nello Scopo della tua vita, Carol Adrienne racconta che in uno dei momenti di maggiore indecisione della sua vita, combattuta sulla carriera da intraprendere, urlò all’Universo di aiutarla: «Questo è ciò che so fare, questo è ciò che sono. Tirami fuori di qui, perché non so che cosa decidere». Lo urlò due o tre volte. Pestò perfino i piedi per terra.
La settimana dopo cominciò a ricevere varie proposte per conferenze e incontri, e grazie a una serie di coincidenze arrivò a conoscere James Redfield, con il quale scrisse la Guida alla Profezia di Celestino, il libro che la rese famosa in tutto il mondo.

Ha chiesto e ha ricevuto.

Come dice il Vangelo: «Chiedete e vi sarà dato. “Bussate e vi sarà aperto”».

Quante volte tutto questo accade nella nostra vita?
In continuazione.

Ma non è tutto. Perché questi eventi inattesi, insoliti, e inspiegabili secondo la solita logica della causa che genera un effetto, non sono soltanto segni o coincidenze che ci sorprendono, ma ci fanno anche distinguere nel nostro cammino uno scopo più grande, forse divino.

Mi ha scritto Eleonora, una mia lettrice, che da ragazza andava in vacanza con la famiglia in Puglia, a Vieste. Lì aveva conosciuto Gaetano, un ragazzo di cui si era subito innamorata. Poi, per la lontananza – lei abitava a Roma – non si videro più. Eleonora ebbe altre storie, ma non riuscì mai a trovare l’uomo giusto. Trascorsero così oltre dieci anni.

Nell’estate del 2006, voleva passare le vacanze in Sardegna, ma le sue due amiche insistettero per andare a Ostuni, in Puglia.

Quando furono là, dopo qualche giorno decisero di fare una gita a Vieste, sul Gargano. E lì Eleonora ripensò a Gaetano, che lavorava nell’agenzia immobiliare del padre. E provò a ricontattarlo. Lo trovò e scoprì che anche lui non si era sposato. Ai due bastò rivedersi per sentire di nuovo i sentimenti di un tempo. Non si sono più lasciati. E oggi sono felicemente sposati. L’Universo aveva fatto in modo che Eleonora non andasse in Sardegna per ritrovare il suo Gaetano.

Tutti conosciamo almeno una storia come questa. Purtroppo spesso pensiamo che sia un «caso» e non ci rendiamo conto che invece è la volontà del Cielo.

Sarebbe opportuno che tutti noi recuperassimo questa capacità innata di comprendere il linguaggio con cui ci parla l’Universo, come facevano i nostri progenitori e come ancora oggi succede per i popoli più legati al proprio passato.

Naturalmente è necessario renderci conto che quanto ci è accaduto è o può essere un segno, e quindi dobbiamo essere in grado di creare le migliori condizioni per riconoscerlo e poi interpretarlo.

In seguito vi insegnerò la tecnica, frutto di tanti anni di verifiche, per riuscire a raggiungere questo obiettivo, e nel «Dizionario dei Segni», la sezione presente in fondo al volume, scoprirete che è molto semplice passare dalla teoria alla pratica.

Questo libro diventerà una guida facile e potente per connettere voi stessi con l’Universo invisibile, protetto da un velo dietro al quale è nascosto il vostro destino.

Una guida per prendere le decisioni che state rimandando da troppo tempo, per fermarvi prima di fare un errore irreparabile, per decidervi a sciogliere un dubbio, per comprendere il perché di certi blocchi che ostacolano il vostro cammino.

Caso e libero arbitrio

Che cosa è il caso? Il già citato Robert Hopcke, dopo aver dichiarato che nulla accade per caso, fa una domanda comune a tanti di noi: «Come mi può accadere un fatto qualsiasi, se non ne sono stato io la causa?»

La realtà è che non siamo noi la causa. Per i credenti è il Piano Divino che governa ogni cosa, dal moto delle stelle alla nostra vita. Tanti di noi lo chiamano «caso». Diverso da ciò che gli antichi chiamavano «Fato», «Destino» o «Sorte». Concetti che definiscono gli eventi come soggetti a una Volontà Superiore, a un Piano già programmato.

Il «caso» invece è diverso.

È più vicino al concetto di caos (è costituito dalle stesse lettere),
cioè qualcosa che accade e basta. Senza che ci sia alcuna predeterminazione.

In tanti hanno provato a definirlo: Herbert Fritsche lo considera come un «morbido cuscino di coloro che vorrebbero eliminare dal Cosmo tutto ciò che è divino, che ha un significato, e che è capace di indicarci una meta, per far posto alla vuota favola che l’Universo non ha alcun senso e si sarebbe creato da solo». Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort diceva che il caso è un «soprannome della Provvidenza». Altri lo hanno chiamato «Dio in incognito».

Scienziati e filosofi hanno analizzato a fondo l’essenza del «caso». Parlo di Wolfgang Pauli, tra i fondatori della meccanica quantistica, di Arthur Koestler, di Rupert Sheldrake, di Ken Wilber, e certamente di Carl Gustav Jung, di cui parleremo in seguito.

A me piace molto la definizione che mi fu insegnata da un antico Maestro di saggezza:
«Il Caso è la volontà di Dio», che ci riporta al fatto che nulla avviene per caso.

O meglio che il «caso» non esiste. È l’idolo di chi ha una convinzione scientifica.

A questo punto sorgerà spontanea una domanda in molti lettori: ma se niente avviene per caso e tutto è già predeterminato, come possiamo esercitare il nostro libero arbitrio? Che senso ha la vita se il copione è già scritto, e dobbiamo solo interpretarlo?
Effettivamente a questa domanda sembra difficile rispondere.

Guardiamo al libero arbitrio da un altro punto di vista.

In tutto l’Universo vige la legge dell’Armonia, che è una declinazione della parola «Amore». Da quando sono state creati, stelle, pianeti e galassie seguono le leggi dell’Universo: di gravità, magnetismo, attrazione.

A nessuna stella verrebbe mai in mente di svegliarsi una mattina e di invertire il suo corso. Come tutti gli alberi crescono verso l’alto, i gatti miagolano e i cani abbaiano.
Tutto è ordine e armonia.

A queste stesse leggi dovrebbe sottostare l’uomo. Distaccarsi dalla materia densa e tornare a essere Uno con Dio, con tutto il Creato.

Ma a noi uomini, come se fosse un esperimento messo in atto sul nostro Pianeta, è stata data la possibilità di esercitare il libero arbitrio, andando contro le leggi naturali che ci governano.

Perché accade ciò?

È una delle domande a cui le più fervide menti dell’umanità non hanno saputo dare risposta.

Come se Dio avesse voluto dare agli abitanti della Terra la possibilità di disobbedire, di fare di testa loro, cominciando da Adamo ed Eva che, contravvenendo al comandamento del Signore, furono costretti a lasciare il Paradiso Terrestre.

Perciò il naturale evolversi del nostro destino sembra trovarsi in netto contrasto con il concetto di libero arbitrio, con il quale gonfiamo il nostro Ego, e proviamo a sentirci simili a Dio.

Dove ha condotto l’umanità questo modo di comportarsi? A guerre, catastrofi, diluvi? O invece la scalata di ogni uomo verso la Luce fa comunque parte di una sperimentazione divina, di cui la nostra Terra è il teatro principale?

Gli induisti definiscono la vita il «gioco» di Dio.

Ecco allora che ogni vita rappresenta un’esperienza che il Divino compie attraverso di noi, come per verificare dove ci porta la concessione di questa libertà.

Gli Arcangeli, gli Angeli, gli Esseri di Luce che parlano dal Cielo agli uomini, ci rivelano che anch’essi, quando si avvicinano alla Terra, vengono dotati di libero arbitrio. Ma dal momento che il loro desiderio più grande, come accadrà alla nostra anima disincarnata, è quello di compiacere il Creatore, a nessuno di questi è mai passata per la mente l’idea di contravvenire alla sua volontà.

A me piace molto ricordare quanto mi disse un Maestro di saggezza di cui ho seguito gli insegnamenti per un certo tempo. A una mia richiesta al riguardo il Maestro rispose: «Il libero arbitrio è il tempo. Il tempo che ci vuole all’uomo capace di dire sempre no, per più vite, al compimento di quello che dovrebbe essere il suo destino, a cambiare finalmente idea, a dire finalmente di sì».

Tutto ciò che avete letto finora, relativo al Caso, al Destino, a ciò che accade, vi servirà a breve per affrontare il tema principale di questo libro, che vuole aiutarvi a interpretare segni e coincidenze.

Ma serve anche a indicarvi che, se pure non ve ne accorgete, la vostra vita è governata da un Destino.

Un programma di vita che possiamo respingere o accettare, nello stesso modo in cui possiamo ribellarci o accettare ogni prova che la vita ci porta.

Acquista il libro “Il linguaggio segreto di segni e coincidenze” di Gian Marco Bragadin

In questo libro spiega come cogliere i messaggi (seguendo “le 8A”: accorgersi, attribuire, analizzare, associare, ascoltare, agire, allenarsi, annotare) e come “invocarli” quando ci serve un aiuto e quale significato dare agli eventi ricorrenti.

Completata da un prezioso Dizionario dei segni, Il Linguaggio Segreto di Segni e Coincidenze è una guida facile e potente per prendere le decisioni che rimandiamo da troppo tempo, per fermarci prima di commettere un errore irreparabile, per sciogliere un dubbio che non ci fa più vivere, per comprendere perché certi blocchi ostacolano il nostro cammino:  insomma potrà essere molto utile per migliorare la nostra vita.

Estratto dal libro di G. M. Bragadin “Il linguaggio segreto di segni e coincidenze”

Nadia Aglianò

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